"chi fa da sé fa per 3"

Questo blog è nato come un blog di controinformazione dopo il sisma del 6 aprile 2009. Ora che i riflettori su L'Aquila si sono spenti e l'unico terremoto che investe la città è quello della crisi generata da questo sistema capitalistico che deve essere rovesciato, esso rimane in vita per dare voce ai senza voce, a coloro che, pur vivendo e lottando in questa città, non trovano spazio nei media, anche se si definiscono "liberi e indipendenti"

lunedì 18 gennaio 2010

Gli Usa invadono Haiti

Gli Usa invadono Haiti. I parà schierati nelle strade per evitare assalti e saccheggi

Mobilitazione negli Usa a sostegno della popolazione haitiana

Il popolo haitiano ha bisogno di aiuti di emergenza
Non di repressione ne’ di più dominazione

tradotto da Revolution, giornale del PCR USA
a cura di proletari comunisti - Circolo di Taranto, Via Rintone 22, 3475301704

Gli occhi del mondo hanno sotto gli occhi le scene di orrore che vengono da Haiti e addolorano tutti. Gente di tutto il mondo sta cercando di aiutare il popolo haitiano in ogni modo possibile. Nel frattempo il tempo corre mentre le persone muoiono letteralmente sotto le macerie e nelle strade per mancanza di assistenza medica, acqua, cibo, ricoveri.
I mezzi per soccorrere e aiutare il popolo haitiano ci sono! I governi del mondo devono fornirli immediatamente. Mentre alcuni governi abbiano inviato medici e altri soccorsi, giovedì mattina gli Usa si sono preoccupati di mandare paracadutisti e assicurare l'area militarmente. Ora Obama ha promesso cento milioni di dollari, ma la preoccupazione del governo statunitense è soprattutto mantenere l'ordine statale repressivo e controllare e/o reprimere l'iniziativa e gli sforzi delle masse per affrontare questa situazione orribile (100 milioni di dollari è meno del 1 % della spesa militare annui degli Usa in Irak e Afghanistan).
QUESTA E' UN'EMERGENZA UMANITARIA E BISOGNA TRATTARLA COME TALE.
Si deve aiutare non reprimere il popolo haitiano. I mass media ufficiali, come già fecero durante l'uragano Katrina, stanno descrivendo il popolo haitiano come animali e criminali. In realtà ad Haiti, come a New Orleans durante l'uragano Katrina, le masse in generale si stanno mobilitando per occuparsi collettivamente della loro situazione. Tutti i programmi di aiuto devono appoggiare questi sforzi.
Il disastro di Haiti non è né il risultato della presunta “volontà di Dio” né è colpa del popolo haitiano. E' il risultato di secoli di dominazione, occupazioni e isolamento imperialista. I giornalisti parlano della povertà di Haiti ma non dicono perché Haiti è tanto povera.
Pochi sanno che Haiti fu teatro dell'unica rivoluzione vittoriosa degli schiavi nella storia, quando i discendenti eroici degli schiavi africani cacciarono l'esercito francese, il più forte del mondo in quell'epoca.
Pochi sanno che le più grandi potenze del mondo, specialmente gli Usa, che a quei tempi temevano l'influenza di Haiti sui propri schiavi, e la Francia, si accanirono in una politica di isolamento e impoverimento di Haiti. Pochi sanno che i marines USA hanno occupato Haiti per quasi 20 anni agli inizi del 20° secolo, reprimendo la lotta di liberazione e installando al potere i propri fantocci. Pochi sanno che a metà del secolo 20° gli Usa sostennero il famigerato feroce tiranno “Pada Doc” Duvalier e poi suo figlio “Baby Doc” e pochi sanno che hanno in ultimo cospirato per rovesciare il presidente popolare Jean-Bertrand Aristide, negli anni '90 e di nuovo pochi anni fa, nel 2004.
In altre parole, il fatto che il popolo haitiano viva in condizioni orribili e che oggi deve affrontare questo disastro con poche più che le proprie mani, e contro un insieme di relazioni sociali repressive, è il risultato di un sistema mondiale.
Tutti i giorni nel mondo, come risultato di questo sistema, miliardi di persone soffrono la fame e molti rischiano di morirne. Centinaia di milioni di bambini sono obbligati a lavorare come schiavi e a vivere in quartieri poveri in mezzo all'immondizia e alle fogne. Ondate di immigrati senza possibilità di vivere nella propria terra attraversano il mondo in cerca di lavoro e, quando lo trovano, sono costretti a lavorare fino allo stremo e a vivere nell'ombra con la paura costante di essere deportati e vedere la propria famiglia distrutta.
Oggi un numero crescente di persone non riesce a trovare un impiego e molti stanno perdendo la casa e il lavoro, mentre altri sono costretti a rompersi ancora di più la schiena. Tutti sono invitati e indotti a consumare sempre di più, al costo di un debito sempre maggiore e della perdita di ogni senso o significato superiore della vita, e di più profonde relazioni con gli altri esseri umani. Molti sono spinti sull'orlo del precipizio. Un numero crescente di persone è già al limite e spesso sprofonda nella cieca disperazione.
Oggi, questo sistema sta peggiorando ancora di più un disastro già terribile. L'imperialismo non è la causa materiale del terremoto, ma è il sistema imperialista che impone come rispondere a questo terremoto.
In conclusione: questo non è il migliore dei mondi possibile.
Non dobbiamo vivere così.
E' con la rivoluzione che si mette fine a questo sistema e dare vita ad uno molto migliore.

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