"chi fa da sé fa per 3"

Questo blog è nato come un blog di controinformazione dopo il sisma del 6 aprile 2009. Ora che i riflettori su L'Aquila si sono spenti e l'unico terremoto che investe la città è quello della crisi generata da questo sistema capitalistico che deve essere rovesciato, esso rimane in vita per dare voce ai senza voce, a coloro che, pur vivendo e lottando in questa città, non trovano spazio nei media, anche se si definiscono "liberi e indipendenti"

domenica 28 giugno 2009

Carla ha detto: "al meglio non c'è mai fine"


IN TRAPPOLA


Batterie di missili, caccia F16, cecchini sui tetti, elicotteri assordanti e molesti, oltre al Predator, che “discretamente” a quota oltre 3000 metri spia ogni nostro movimento anche quando ci “infrattiamo” per cagare. Noi non lo vediamo, ma sappiamo che è lì che ci scruta, come uno scienziato nazista osserva le sue cavie da laboratorio. Militari, polizia, digos da tutta Italia a sorvegliare ogni 10 metri la statale 80 dir, quella che dovrebbe essere interdetta al traffico veicolare e pedonale all’arrivo e alla partenza delle delegazioni. Facevano paura anche 2 giorni fa, quei mitra e quelle batterie di missili e quei cecchini piazzati sui tetti, che noi non vediamo, ma sappiamo che sono lì. Facevano paura anche 2 giorni fa, quando è scattata l’ordinanza di interdizione per il G8 anche per le greggi di animali, anche per i cani randagi sopravvissuti al terremoto, che animalisti e vigili del fuoco andavano ad alimentare nel centro storico. Tutti in gabbia adesso! Gli 8 grandi devono guardare le rovine del centro storico, ma non possono essere infastiditi da cani e da “cristiani”. I cani li rinchiudono nel lager di Bazzano (da dove non usciranno più, perché essendo cani convenzionati frutteranno almeno 3 euro l’uno al giorno all’associazione che gestisce quel canile a L’Aquila) e i “cristiani” che non sono riusciti a fuggire dal G8 restano rinchiusi nelle tendopoli. Agli sfollati di piazza d’armi hanno imposto addirittura di non uscire dalle tende e hanno circondato con altre reti la tendopoli. “Neanche un giro dentro il campo potrete fare” gli hanno detto. Un ragazzo, un proletario residente in piazza d’armi uscì a comprare le sigarette qualche giorno fa ed è stato aggredito e quasi linciato da 2 agenti americane in borghese ed altri, forse dei servizi USA o dell’FBI, che lo avevano individuato come “sovversivo” per via dei suoi tatuaggi. Gli hanno detto che, come tutti, doveva rifornirsi di viveri, medicinali e sigarette prima del G8, perché poi non sarebbe più potuto uscire dal campo e avrebbero chiuso anche tutti gli esercizi commerciali, compresi i tabaccai.
E così è stato. Può essere fiero ora il sindaco Cialente di essere “stato costretto” a chiudere, per ordine delle forze dell’ordine, almeno 78 attività produttive per il G8. Non che il suo parere sarebbe valso a qualcosa, ma almeno avrebbe salvaguardato la sua dignità e quella di un’intera città.
Lamenti, paura e rabbia, questo è quel che sta seminando questo G8 per l’evidente ingiustizia. Gli sfollati sempre più rinchiusi nelle tende; i pastori e le loro greggi non possono mangiare e circolare durante il G8; i lavoratori pendolari residenti nella zona rossa, che in seguito al censimento della digos hanno ottenuto un pass, devono subire controlli col cuore in gola ogni volta ai posti di blocco, per paura che parta “per sbaglio” un colpo dai mitra o un missile; gli abitanti della zona nord-occidentale della provincia di L’Aquila, quella fuori dal cratere, non hanno neanche avuto la possibilità di chiedere un pass, perché “non censiti dalla digos”. Questi ultimi non hanno via di scampo. In caso di malore o di forti scosse, non possono neanche fuggire: la S.S 80 è off limits. Al distretto sanitario di Montereale, a 36 Km a nord-ovest di L’Aquila, tra i monti della Laga e quelli del Gran sasso, c’è un cartello con su scritto: “non si effettuano esami del sangue ed altri accertamenti, causa G8”. L’ospedale da campo del G8 è DEL G8, per recarsi lì, in caso di necessità, bisognerà essere scortati dai carabinieri e superare una serie di filtri e controlli incompatibili con una situazione di pronto soccorso.
“C’è stato uno spostamento della crisi sismica verso nord dell’area epicentrale del movimento tellurico del 6 aprile…Nessuno può escludere che lungo questo asse si possano verificare altre scosse di notevole entità…la Protezione civile sa quello che deve fare”, dichiara Emanuele Tondi, docente di rischio terremoti presso l’Università di Camerino. Secondo i calcoli ufficiali dell’INGV, interpellata dalla protezione civile per l’organizzazione del G8, la probabilità che queste forti scosse si verifichino durante il G8 è del 26%.
Ora la caserma “Vincenzo Lo Giudice”, la cui antisismicità è stata opportunamente verificata in vista del G8, si trova ben 10-15-20 Km a sud del nuovo epicentro che potrebbe essere teatro di altre scosse al di sopra di 5-6 gradi Richter, ma la sola preoccupazione del duo Berlusconi-Bertolaso è stata quella di assicurare gli 8 grandi.
Per loro e solo per loro sono stati spesi oltre 500milioni per la sicurezza. Per loro e solo per loro è pronto un immediato piano di evacuazione in caso di forte sisma. Per loro e solo per loro i vigili del fuoco saranno impegnati a controllare la “tenuta” del bunker dove alloggeranno. Per loro e solo per loro si mobilita la protezione civile.
I comuni fuori dal cratere, prossime probabili vittime al 26% di un altro disastroso terremoto, attendono ancora risposta alle richieste di prevenzione da rischi sismici, lanciate dai sindaci alla protezione civile.
Ma se ci saranno altre scosse al di sopra dei 4 gradi Richter, gli 8 grandi saranno immediatamente evacuati verso Roma e gli abitanti di Arischia, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Montereale, Borbona e frazioni limitrofe, fino al reatino, staranno freschi ad aspettare i soccorsi! La SS. 80 è bloccata!
Nessun problema! A piazza d’armi sono arrivate da un po’ 1.500 bare (confidano alcuni finanzieri e forestali), saranno le casette su misura per i vecchi sfollati o per i residenti a nord di Coppito che potranno morire sotto altre scosse causa G8? Oppure il foglio di via per gli anti G8?
Intanto la zona rossa del G8 è ancora più ampia e deserta di prima, non volano neanche le mosche, l’unico rumore assordante che scuote i timpani, i vetri delle finestre e le mura già lesionate di Arischia, Pizzoli, Preturo, Coppito, Pettino, S. Vittorino e Cansatessa, è quello prodotto dalle eliche degli elicotteri militari.
Stanno uccidendo un’intera città 2 volte. Chi è sopravvissuto al terremoto è scappato per il G8. Si allunga la lista degli esiliati. Gli 8 grandi sciacalli deprederanno una città morta proprio grazie a loro, alle loro banche, al loro malaffare, alle loro speculazioni.
E’ vero, al peggio non c’è mai fine, ma chi resiste conosce anche un’altra verità, l’altro lato della medaglia di questa filosofia della rassegnazione, che ha ben sintetizzato una compagna che ha perso la madre e la sorella sotto le macerie, per mano di padroni assassini:

AL MEGLIO NON C’E’ MAI FINE!

Ed è con questo ottimismo, che deriva dalla nostra volontà, dalla nostra lotta, che diamo il nostro abbraccio di solidarietà a tutti gli studenti e i compagni che hanno perduto la loro libertà per la libertà di tutti. Ed è con questo saluto che diamo il caldo benvenuto a tutti coloro che vorranno essere al nostro fianco in un momento come questo, drammatico ma di lotta.

Vi aspettiamo a L’Aquila, venerdì 10 luglio, ore 14 alla stazione di Paganica

Per sentire insieme che “al meglio non c’è mai fine”
perché noi, uniti, siamo 6 miliardi, loro sono solo 8

Oltre la casa, il lavoro, la libertà e la vita dei nostri cari
non abbiamo più nulla da perdere

NOI CI SAREMO!

Rete di soccorso popolare

sabato 27 giugno 2009

L'Aquila 27 giugno, report della manifestazione

Ieri, 27 giugno, all'Aquila, circa 3000 persone hanno sfilato dalla tendopoli di Piazza d'Armi alla Reiss Romoli a Coppito (attuale centro di alcune attività del DICOMAC), passando davanti ai campi iperblindati Italtel 1 e Centicolella. Davanti all'imponente schieramento di forze dell'ordine e protezione civile, il corteo è partito al grido di "senza casa, senza paura", "riprendiamoci la città" ecc. Significativa la presenza di migranti provenienti dalla tendopoli di Piazza d'Armi, che non hanno ceduto, al contrario di molti "italianissimi", al ricatto intimidatorio della protezione civile (sembra che la stessa abbia promesso case agli sfollati che si fossero tenuti lontani dalle mobilitazioni). Tanti gli striscioni che ponevano in risalto il contrasto tra ricchezza e povertà di questo Stato di emergenza, contro il decreto Abruzzo, che di fronte al bisogno di casa, lavoro, istruzione e salute taglia i soldi alla sanità e alle famiglie povere per finanziare il G8. Al termine del corteo, Luigia, per la rete di soccorso popolare, è intervenuta al megafono, nonostante il tentativo di alcuni rappresentati dei comitati di chiuderle la bocca e ha spiegato sinteticamente le "99" ragioni degli sfollati aquilani e abruzzesi di manifestare e rendersi visibili durante il G8, ricordando come la decisione di spostare l'evento all'Aquila, sia stata presa come prioritaria nell'ambito del decreto Abruzzo, che non farà ripartire l'economia della città, ma la congelerà, imponendo la chiusura di tutti gli uffici e le attività produttive nei giorni dell'evento, espropriando le ultime risorse degli sfollati aquilani, dei contadini, dei senza casa, per costruire opere inutili, funzionali esclusivamente all'ennesima passerella dei potenti su questa terra martoriata.
Gli applausi che hanno seguito l'intervento della rete di soccorso popolare e i primi risultati dell'inchiesta, hanno smascherato da soli la velleità di certi rappresentanti dei comitati, di ergersi a legittimi rappresentanti di tutta la popolazione sfollata in mobilitazione, chiarendo, una volta per tutte, che sono gli stessi terremotati aquilani ed abruzzesi a pretendere di rendersi visibili con manifestazioni durante il G8.
Non ci è interessato e non ci interessa entrare nel merito delle polemiche messe in campo dalla stampa locale su quella che tutte le strutture di comando e controllo, dai mass media, alle istituzioni, alla protezione civile, fin'anche agli stessi rappresentati dei comitati, chiamano "infiltrazione no-global". Quella che loro chiamano "infiltrazione no-global", noi continuiamo a chiamarla contaminazione dei movimenti e solidarietà, agire comune per il bene comune e non per il bene di 8 potenti.
Sappiamo chi sono i nostri amici e i nostri nemici, non è la prima volta che conosciamo l'ingiustizia e sappiamo che la disinformazione di certi pennivendoli assoldati dai potenti serve solo a generare un clima di paura, preoccupazione e sospetto, per dividere i movimenti e paralizzarli.
Il futuro è nelle nostre mani, uniti e solidali siamo una potenza e facciamo paura
Divisi e chiusi siamo spacciati
Ed è quello che, anche tecnicamente, militarmente e attraverso una campagna di terrore mediatico, si propone di fare questo G8, quando Bertolaso dice: "questo G8 peserà molto alla popolazione aquilana, ci saranno gravi limiti per almeno 48 ore alla mobilità degli sfollati, ma mi auguro nessuno osi protestare". In fondo 48 ore di carcere duro, per chi ha commesso il reato di essere terremotato, cosa sono?

Qui non vediamo l'ora che finisca questa tortura del G8 e che se ne vadano tutti affanculo, Berlusconi, Bertolaso, forze del disordine e altri invasori.

Ci espropriano, ci sfrattano, ci danno polizia è questa la loro democrazia!

Rete di soccorso popolare

giovedì 18 giugno 2009

...E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re...

Spendono miliardi in opere inutili e dannose
a noi neanche le briciole
Spendono miliardi in armamenti
a noi arrivano solo questi ultimi, con la canna puntata verso di noi, con i razzi intorno alla scuola della guardia di finanza e all'aeroporto di Preturo, con i cecchini sui tetti delle case agibili
Ogni sfollato ha un badge, una tessera magnetica personale con tanto di codice a barre, per entrare e uscire dal campo, per girare dentro il campo, per andare a mangiare.
La Protezione civile, la polizia, i militari controllano ogni nostro movimento
Sorvolando con gli elicotteri le zone terremotate, la protezione civile ha scoperto circa 380 "abusivi".
Ai terremotati accampati fuori dai lager delle tendopoli tolgono le tende e il cibo, così sono costretti ad andare in quei campi di concentramento.
Ma in quello di Preturo ultimamente sono finite le scorte e c'è chi pensa che lo chiuderanno in vista del G8. Chi vive e lavora nella zona di Preturo e Coppito, è stato invitato caldamente ad andarsene, oppure a recarsi in questura per avere il permesso di uscire ed entrare di casa o di tenda per motivi di lavoro. Ma in questura sono finiti i permessi della protezione civile e i fortunati che hanno trovato un lavoro dopo il sisma saranno probabilmente costretti a lasciarlo per i giorni del G8.
La militarizzazione è sempre più imponente, posti di blocco ovunque.
Terreni prima coltivati a grano sono stati espropriati per ampliare l'aeroporto, per costruire una superstrada in funzione del G8, per costruire una trentina di case destinate ad alloggiare le delegazioni del G8 (per l'occasione Berlusconi ha stipulato commesse con i migliori mobilieri italiani: "solo mobili di pregio per gli 8 grandi!")
Per questo maledetto G8 spenderanno più di 400milioni di euro
Per i terremotati invece niente, gli tolgono caffè e alcolici per evitare che si innervosiscano e li finiscono di intontire con le messe. Ma si sa, anche gli sfollati sono fatti di carne e l'occhio vuole la sua parte, così dopo i clown, gli spettacoli folkloristici e gli strizzacervelli hanno fatto un'altra bella pensata per "allietare" la loro prigionia: il concorso di bellezza "Miss tendopoli Abruzzo"

per una rete di soccorso popolare

mercoledì 17 giugno 2009

16 giugno a Roma, report della manifestazione


Eravamo circa 2000 sfollati in p.zza Venezia Dietro lo striscione di apertura, "forti e gentili sì, fessi no, ricostruzione - trasparenza - partecipazione", tanti altri striscioni e cartelli e speranze: "Berlusconi facci sognare, crepa", "via Bertolaso, la ricostruzione agli abruzzesi", "non atTENDEremo più", "Aquilani espropriati, 2 volte terremotati", "Berlusco' non te fa revedè all'Aquila", "verba volant sisma manet" ecc. Ci siamo diretti in corteo davanti a Montecitorio e hanno cercato di bloccarci e di deviarci, ma non ci sono riusciti (http://ilcentro.gelocal.it/multimedia/home/6472062). "Senza casa, senza paura" abbiamo urlato e abbiamo forzato il blocco al grido di "vergogna, vergogna", "buffoni buffoni". Ci siamo diretti con forza davanti Montecitorio e all'ingresso nella piazza della coda del corteo abbiamo urlato "all'Aquila si vive in stato di guerra, governi assassini ridateci la terra!". Abbiamo montato una tendopoli davanti Montecitorio e abbiamo urlato "siete bravi solo alla TV, governo Berlusconi in tenda vacci tu!" "noi vogliamo solo i pompieri" ecc.
Verso le 14,30 si è accavallata alla nostra un'altra manifestazione, quella delle guardie giurate di Roma, che al grido di "ladri, ladri" e fischi a non finire, ha coperto per un po'l'attenzione verso i terremotati (gli avevano detto che alle 14 la nostra manifestazione si sarebbe sciolta). Quando è arrivata la notizia che il decreto 39 stava passando tal quale, silenzio e disorientamento per qualche minuto, poi "ma quale civile, ma quale protezione, Bertolaso sei un servo del padrone!", "gli sfollati vi aspettano al G8" e una signora aggiunge "ci sarà un nuovo '48" e un'altra "un altro '68". Nel corso della manifestazione è stato letto, distribuito e sottoscritto l'appello-petizione che chiama a costruire questa mobilitazione. L'appello letto al megafono è stato molto applaudito e condiviso. Inoltre è stato rilanciata al megafono l'assemblea nazionale a l'Aquila sul G8 (il 21 giugno ore 11 al parco unicef di via Strinella), per far sì che quanto meno tutti i partecipanti alla manifestazione di Roma possano intervenire. Dopo l'ennesima beffa del governo verso i terremotati, ci siamo diretti in un corteo improvvisato verso la residenza romana di Berlusconi, bloccando il traffico anche con sit-in e infine abbiamo chiuso il cerchio a piazza Venezia. Prossimo appuntamento, dopo l'assemblea nazionale sul g8 del 21, sarà una manifestazione degli sfollati all'Aquila il 27 giugno (in occasione della conversione in legge del decreto 39, che partirà con ogni probabilità dalla scuola della guardia di finanza che ospiterà il g8, ossia la sede del DICOMAC (direzione di comando e controllo).
Luigia, per una rete di soccorso popolare

martedì 16 giugno 2009

Il G8 ci riguarda tutti, ma adesso e qui, riguarda soprattutto gli aquilani

Dei quasi 400milioni di euro stanziati per il G8 alla Maddalena, saranno comunque spesi più di 327 milioni di euro per le opere avviate in Sardegna (fonte protezione civile nazionale: www.g8italia2009.it), cui andranno ad aggiungersi 90milioni di euro per garantire la sicurezza al G8 dell'Aquila e i 900mila euro per l'adeguamento dell'aeroporto di Preturo, per un totale secco di € 418.400.000, più della spesa prevista nel 2011 per la ricostruzione in Abruzzo dal decreto 39.

Noi Aquilani abbiamo almeno 5 ragioni per manifestare durante il G8
Sanità, cambiamenti climatici e sicurezza, prevenzione e gestione delle calamità naturali, sviluppo, crisi e governance, questi i temi all'agenda del G8.
Sanità - Al G8 si parlerà di lotta alle pandemie, ma nei campi ci si ammala e all'ospedale non è ancora possibile fare analisi del sangue per lo spostamento, nell'area che prima accoglieva il laboratorio di analisi, dell'ospedale da campo del G8. Il reparto malattie infettive non esiste più e i casi di tubercolosi rilevati in alcuni campi sono stati trasferiti fuori regione. Le altre malattie da tenda (gastroenteriti, bronchiti, polmoniti, asma ecc.) rimangono in tenda e il loro controllo rimane problematico se non si eliminano gli agenti eziologici determinanti e predisponenti (clima, alimentazione, sovraffollamento).
Clima e sicurezza - saranno i poveri a subire le conseguenze più rigide dei cambiamenti climatici prodotti dall'inquinamento e dalla devastazione selvaggia del territorio per il profitto di pochi. Questo sistema economico non è ecosostenibile e i terremotati d'Abruzzo ne sono testimoni: chi ha costruito solo per il profitto ha dato loro case insicure, chi ha provocato i cambiamenti climatici li espone ora ad intemperie insostenibili anche dalla stessa protezione civile.
Prevenzione e gestione delle calamità naturali - sono i fatti a parlare e gli aquilani su questo hanno ancora molto da raccontare, da dire, da urlare
Sviluppo - quale sviluppo senza partecipazione? L'unica partecipazione che ci viene chiesta è quella di tirar fuori i soldi che non abbiamo più, colpendo, con il decreto 39, il sud e le famiglie povere, tagliando il Fas (fondo aree sottoutilizzate), il bonus famiglia, la spesa farmaceutica e le nostre ultime illusioni con nuove lotterie e gratta e vinci. Chi ha ancora un lavoro o un'attività produttiva può sperare nel credito d'imposta o nei mutui agevolati, chi non li ha si vedrà espropriato da Fintecna delle macerie che gli sono rimaste e i residenti confinati nelle baraccopoli. Ma si sa, Bertolaso "trasforma le catastrofi in oro zecchino" (www.avetrana.org), sarà per questo che non le previene?
Crisi e governance - L'Aquila con il terremoto, è diventata il simbolo della crisi e con il post-terremoto la cartina tornasole dei rimedi ad essa, che si annunciano peggiori dei mali che l'hanno causata. I pilastri della nuova economia globale sono letteralmente crepati sopra 306 aquilani, sotto il peso del profitto. Quei tondini lisci, ammucchiati solo da un lato senza collegamento con le staffe, quel cemento sabbioso, che si è sbriciolato sopra le teste di chi non c'è più, non sono frutti del fato, ma di un capitalismo scellerato, che ha messo al primo posto il profitto anziché la sicurezza, la vita umana. Non il terremoto ci ha uccisi, ma l'incuria per il profitto, seminando lutti, precarietà, disoccupazione, miseria. I rimedi a questo male non possono prescindere dalla denuncia e dalla messa in discussione di ciò che lo ha generato, né dalla partecipazione dal basso e dalla libera espressione delle popolazioni colpite. I rimedi a questo male imposti invece dal governo e dai potenti della terra, che dall'8 al 10 luglio convergeranno all'Aquila per il G8, vanno in direzione opposta: ai disagi, alla precarietà, alla mancanza di un futuro delle popolazioni sfollate rispondono con la militarizzazione, la mancanza di diritti, il via libera a nuove speculazioni edilizie, l'utilizzo della solidarietà nazionale e del volontariato come forme di controllo sociale. Assistenzialismo-Carità contro Autogestione-Partecipazione. Il ruolo della protezione civile e del volontariato è vissuto come forma di rapina di reddito e lavoro dalle popolazioni terremotate e l'esclusione dei cervelli e delle braccia aquilane dai progetti per la ricostruzione rafforza l'immagine di una protezione tutt'altro che civile e partecipata. La protezione civile, per la Costituzione italiana, dovrebbe svolgere ruoli di prevenzione e di controllo dell'emergenza, non essere investita di pieni poteri anche nella fase della ricostruzione. E invece sin dal primo governo Berlusconi le competenze della protezione civile, con a capo Bertolaso, sono andate ben oltre i limiti costituzionalmente definiti: dalla gestione delle emergenze all'organizzazione dei "grandi eventi" come il G8, alla ricostruzione e ogni volta i fondi erogati dal Tesoro sono stati spesi senza preventivi, regole e autorizzazioni, reclutando in tutta tranquillità architetti, studi professionali e ditte guarda caso del giro Fininvest.
Contro la crisi globale il governo italiano propone Flessibilità - come quella dei 353 dipendenti della Transcom licenziati e trasferiti col pretesto dell'inagibilità della sede -, Un "nuovo codice per le economie mondiali" - come quello stabilito dal decreto 39, in deroga ai principi per la trasparenza, la democrazia, la salute ambientale -, Sicurezza - come quella degli sfollati alimentati con carne avariata e cibo scaduto, delle case che si sono sbriciolate, del lavoro che abbiamo perso, del silenzio sulle nostre denunce e rivendicazioni prima per le elezioni ora per il G8 -, Aumento delle spese militari, ritorno al nucleare e grandi opere - come i 15 miliardi di euro per l'acquisto dei caccia statunitensi F 35, come i 100 milioni di euro di tassa occulta nella bolletta elettrica per il nucleare, come i 47 miliardi di euro per la TAV, i 6 miliardi di euro per il ponte sullo stretto ecc.-. Oltre a tutto ciò, il governo spende soldi pubblici per mandarci in crociera nei giorni del G8 e poi viene a dirci che non ci sono i soldi per la ricostruzione in Abruzzo!

Ma la mamma di tutte le ragioni...
è la strumentalizzazione del nostro dramma per allontanare da noi la vera solidarietà, è tenerci zitti per dar fiato alla propaganda di un sistema in crisi, che usa la nostra terra come palcoscenico per proclamarsi vincitore, i nostri corpi come ostaggi, i nostri bisogni per ricattarci. Dall'8 al 10 luglio tutti i riflettori del mondo saranno puntati sul G8 all'Aquila. Non possiamo permetterci il lusso di stare zitti, invadiamo la città con la nostra presenza, la nostra rabbia, i nostri bisogni.

Manifestiamo ovunque, ma manifestiamo all'Aquila in occasione del G8!

Noi aquilani, dai campi e dagli alberghi torneremo in città perché riteniamo che la voce della popolazione terremotata debba essere ascoltata e sostenuta da tutti e in occasione dell'appuntamento del G8 salutiamo e accogliamo tutti coloro che dalle altre città vogliono venire a manifestare, a portarci un'autentica solidarietà dal basso e a rafforzare la nostra lotta per la vita, non la nostra passività per la sopravvivenza!

Rete di soccorso popolare

lunedì 15 giugno 2009

Mozione


Noi Aquilani abbiamo varie ragioni per manifestare durante il G8!


Per i costi…
Perché quest’evento ci costerà oltre 418 milioni di euro, che saranno sottratti alla ricostruzione in Abruzzo.
Vogliamo fondi certi e non lotterie, sms, beneficenze, spettacoli o simili. Vogliamo che i costi del terremoto non siano scaricati ancora una volta sulla popolazione, ma siano sottratti a grandi eventi ed opere inutili (G8, TAV, ponte ecc.), alle spese militari, ai responsabili dei danni prodotti dal terremoto.

Per i temi trattati…
Parleranno di come superare la crisi, di ambiente, di prevenzione e gestione delle calamità naturali.
Non pagheremo noi la vostra crisi! Il nostro ambiente, la nostra città non sono in vendita. Da questa tragedia abbiamo imparato che prevenire e gestire le calamità naturali si può, con un po’ di umiltà e di onestà intellettuale, ma soprattutto con il controllo, da parte della cittadinanza, del proprio territorio e del suo utilizzo. Noi vogliamo superare la crisi attraverso una ricostruzione partecipata, nel rispetto del nostro ambiente e della nostra memoria. Vogliamo tornare a lavorare e a studiare nella nostra città. Vogliamo continuità sul territorio di posti di lavoro, scuole, università, sanità, servizi sociali. Non vogliamo che l’Aquila si spopoli lasciando spazio a nuove zone rosse, come quella del G8, e a nuove speculazioni da parte di imprese esterne. Non vogliamo essere espropriati della nostra città e del nostro lavoro, ma vogliamo che l’Aquila torni a vivere del e con il nostro lavoro.

Per la democrazia…
Per essere davvero partecipi al 100% delle scelte che riguardano il nostro presente e il nostro futuro.
Non vogliamo essere ristretti nelle riserve, senza libertà di opinione, di parola, di movimento, quasi fossimo in campi di concentramento. Non vogliamo che la nostra città diventi un “laboratorio” in cui sperimentare un nuovo modello di società, passivo e privo di diritti.
Vogliamo essere liberi di manifestare in ogni momento le nostre opinioni, vogliamo che i diritti garantiti dalla Costituzione siano rispettati. Non abbiamo intenzione, noi aquilani, di essere triturati dalla società dello spettacolo: alle menzogne mediatiche opporremo la nostra intelligenza, volontà e coraggio….e la nostra rabbia.

Per queste ragioni…
Noi aquilani riteniamo che la voce della popolazione terremotata debba essere ascoltata e sostenuta da tutti e in occasione dell'appuntamento del G8, in cui tutti i riflettori del mondo saranno puntati sulla nostra città, vogliamo essere presenti in modo attivo. Pertanto salutiamo e accogliamo tutti coloro che dalle altre città vorranno venire a manifestare, a portarci un’autentica solidarietà e a rafforzare la nostra lotta per la vita, non la nostra passività per la sopravvivenza!

rete di soccorso popolare