"chi fa da sé fa per 3"

Questo blog è nato come un blog di controinformazione dopo il sisma del 6 aprile 2009. Ora che i riflettori su L'Aquila si sono spenti e l'unico terremoto che investe la città è quello della crisi generata da questo sistema capitalistico che deve essere rovesciato, esso rimane in vita per dare voce ai senza voce, a coloro che, pur vivendo e lottando in questa città, non trovano spazio nei media, anche se si definiscono "liberi e indipendenti"

sabato 5 settembre 2009

“Nessuno o tutti – o tutto o niente. Non si può salvarsi da sé.”
(Bertold Brecht)

Decine di migliaia di sfollati senza più reddito; né case, né luoghi di studio per gli studenti universitari e non; diritto alla salute inesistente – dopo aver consentito lo svolgimento di un G8 da 500 milioni di euro sopra una sanitopoli che saremo sempre noi a pagare, i “clienti” dell’Azienda Sanitaria Locale si vedranno scippata anche questa.
Su 73.000 sfollati, 16.000 sono i posti ufficialmente previsti nel piano C.A.S.E., ma, nella migliore delle ipotesi, solo 4.000 di questi saranno pronti a settembre, sui cui cantieri, a Bazzano, giovedì 30 Berlusconi volerà per piantare le sue bandierine.
Dunque 69.000 sfollati a settembre non avranno un tetto per l’inverno.
Alcuni esempi di come Comune e protezione civile intendono formare la graduatoria, secondo anticipazioni ufficiose: ogni sfollato vale un punto, 1,5 punti in più per chi ha un lavoro, 5 punti per bambini fino a 5 anni, 2 per invalidi totali e per anziani sopra gli 85 anni.
Ma i veri “fortunati” saranno quelli che hanno avuto almeno un famigliare vittima del sisma che vale ben 5 punti. Così la casa, invece che un diritto garantito a tutti, diventa il risarcimento che i corresponsabili per mancato allarme della morte di 307 persone (Berlusconi e Bertolaso appunto), intendono pagare ai famigliari. 5 punti per ogni vittima innocente e la giustizia dei padroni è fatta.

Settembre è vicino, dopo le vacanze al via la guerra aperta tra poveri!
I ricchi la faranno sotto traccia.
Mentre tutti tenteranno di salvarsi da sé.

Il 10 luglio all’Aquila noi abbiamo osato. Eravamo circa 10.00 persone giunte da tutta Italia per manifestare contro “il G8 dei potenti sopra 300 vittime innocenti”. “Fuori gli sfruttatori, L’Aquila libera!”, abbiamo scritto, “Al G8 soldi tanti, agli sfollati calci ai denti” abbiamo urlato, ma soprattutto una promessa abbiamo fatto: “una rivolta vi seppellirà”. Nonostante la dittatura dell’emergenza della protezione civile, nonostante la campagna dissuasiva delle forze politiche e sindacali confederali e degli Enti locali, abbiamo agito in comune per il bene comune e non per il bene di 8 potenti.
Chi ha tentato di isolare le lotte dei terremotati aquilani dal movimento generale contro le politiche di sciacallaggio e devastazione globale delle risorse umane ed ambientali ha fallito.
I rappresentanti dei comitati cittadini, che pur definendosi apartitici e pur contestando adesso la rappresentatività del consiglio comunale, hanno di fatto seguito gli indirizzi del PD e del comune scegliendo di non contestare il G8 per evitare “facili strumentalizzazioni”, ora devono spiegare agli sfollati “chi strumentalizza chi e perché” (forse per le prossime amministrative?).
Il Sindaco dell’Aquila che in occasione del G8, per mendicare briciole, ha scelto di abdicare al suo ruolo di difensore degli interessi della città pur di non disturbare il manovratore, ora deve assumersene le responsabilità. Chi pecora si fa, lupo la mangia e l’attuale isteria del primo cittadino, mal cela l’inadeguatezza di questa amministrazione a gestire in maniera trasparente anche solo i flussi d’informazione sulla ricostruzione.
A tutti questi signori che in quei giorni gridavano “al lupo” per l’arrivo dei “no-global” ricordiamo che i veri lupi sono gli sciacalli al governo, sono le tutte le istituzioni e i partiti che hanno rilasciato autorizzazioni a costruire senza alcun vincolo di sicurezza, sono gli 8 potenti della terra, che di questa terra, svuotata dai suoi abitanti, lacerata dalla crisi e dal dolore, hanno fatto il palcoscenico della loro potenza.

Finito il G8, la lotta degli sfollati deve ancora cominciare

Solo con l’autorganizzazione, il rifiuto della delega ed un processo di democrazia diretta è possibile rovesciare le politiche antipopolari e scongiurare la guerra tra poveri.
Senza deleghe, autorganizzati, per un movimento di occupazioni delle case sfitte agibili come prima soluzione al problema più urgente.

Giovedì 30 ore 10:00
saremo al presidio cittadino davanti all’Emiciclo, da lì ci muoveremo per “salutare” il Presidente del Consiglio.

per una Rete di Soccorso Popolare

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