"chi fa da sé fa per 3"

Questo blog è nato come un blog di controinformazione dopo il sisma del 6 aprile 2009. Ora che i riflettori su L'Aquila si sono spenti e l'unico terremoto che investe la città è quello della crisi generata da questo sistema capitalistico che deve essere rovesciato, esso rimane in vita per dare voce ai senza voce, a coloro che, pur vivendo e lottando in questa città, non trovano spazio nei media, anche se si definiscono "liberi e indipendenti"

mercoledì 17 giugno 2009

16 giugno a Roma, report della manifestazione


Eravamo circa 2000 sfollati in p.zza Venezia Dietro lo striscione di apertura, "forti e gentili sì, fessi no, ricostruzione - trasparenza - partecipazione", tanti altri striscioni e cartelli e speranze: "Berlusconi facci sognare, crepa", "via Bertolaso, la ricostruzione agli abruzzesi", "non atTENDEremo più", "Aquilani espropriati, 2 volte terremotati", "Berlusco' non te fa revedè all'Aquila", "verba volant sisma manet" ecc. Ci siamo diretti in corteo davanti a Montecitorio e hanno cercato di bloccarci e di deviarci, ma non ci sono riusciti (http://ilcentro.gelocal.it/multimedia/home/6472062). "Senza casa, senza paura" abbiamo urlato e abbiamo forzato il blocco al grido di "vergogna, vergogna", "buffoni buffoni". Ci siamo diretti con forza davanti Montecitorio e all'ingresso nella piazza della coda del corteo abbiamo urlato "all'Aquila si vive in stato di guerra, governi assassini ridateci la terra!". Abbiamo montato una tendopoli davanti Montecitorio e abbiamo urlato "siete bravi solo alla TV, governo Berlusconi in tenda vacci tu!" "noi vogliamo solo i pompieri" ecc.
Verso le 14,30 si è accavallata alla nostra un'altra manifestazione, quella delle guardie giurate di Roma, che al grido di "ladri, ladri" e fischi a non finire, ha coperto per un po'l'attenzione verso i terremotati (gli avevano detto che alle 14 la nostra manifestazione si sarebbe sciolta). Quando è arrivata la notizia che il decreto 39 stava passando tal quale, silenzio e disorientamento per qualche minuto, poi "ma quale civile, ma quale protezione, Bertolaso sei un servo del padrone!", "gli sfollati vi aspettano al G8" e una signora aggiunge "ci sarà un nuovo '48" e un'altra "un altro '68". Nel corso della manifestazione è stato letto, distribuito e sottoscritto l'appello-petizione che chiama a costruire questa mobilitazione. L'appello letto al megafono è stato molto applaudito e condiviso. Inoltre è stato rilanciata al megafono l'assemblea nazionale a l'Aquila sul G8 (il 21 giugno ore 11 al parco unicef di via Strinella), per far sì che quanto meno tutti i partecipanti alla manifestazione di Roma possano intervenire. Dopo l'ennesima beffa del governo verso i terremotati, ci siamo diretti in un corteo improvvisato verso la residenza romana di Berlusconi, bloccando il traffico anche con sit-in e infine abbiamo chiuso il cerchio a piazza Venezia. Prossimo appuntamento, dopo l'assemblea nazionale sul g8 del 21, sarà una manifestazione degli sfollati all'Aquila il 27 giugno (in occasione della conversione in legge del decreto 39, che partirà con ogni probabilità dalla scuola della guardia di finanza che ospiterà il g8, ossia la sede del DICOMAC (direzione di comando e controllo).
Luigia, per una rete di soccorso popolare

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