Ieri, 27 giugno, all'Aquila, circa 3000 persone hanno sfilato dalla tendopoli di Piazza d'Armi alla Reiss Romoli a Coppito (attuale centro di alcune attività del DICOMAC), passando davanti ai campi iperblindati Italtel 1 e Centicolella. Davanti all'imponente schieramento di forze dell'ordine e protezione civile, il corteo è partito al grido di "senza casa, senza paura", "riprendiamoci la città" ecc. Significativa la presenza di migranti provenienti dalla tendopoli di Piazza d'Armi, che non hanno ceduto, al contrario di molti "italianissimi", al ricatto intimidatorio della protezione civile (sembra che la stessa abbia promesso case agli sfollati che si fossero tenuti lontani dalle mobilitazioni). Tanti gli striscioni che ponevano in risalto il contrasto tra ricchezza e povertà di questo Stato di emergenza, contro il decreto Abruzzo, che di fronte al bisogno di casa, lavoro, istruzione e salute taglia i soldi alla sanità e alle famiglie povere per finanziare il G8. Al termine del corteo, Luigia, per la rete di soccorso popolare, è intervenuta al megafono, nonostante il tentativo di alcuni rappresentati dei comitati di chiuderle la bocca e ha spiegato sinteticamente le "99" ragioni degli sfollati aquilani e abruzzesi di manifestare e rendersi visibili durante il G8, ricordando come la decisione di spostare l'evento all'Aquila, sia stata presa come prioritaria nell'ambito del decreto Abruzzo, che non farà ripartire l'economia della città, ma la congelerà, imponendo la chiusura di tutti gli uffici e le attività produttive nei giorni dell'evento, espropriando le ultime risorse degli sfollati aquilani, dei contadini, dei senza casa, per costruire opere inutili, funzionali esclusivamente all'ennesima passerella dei potenti su questa terra martoriata.
Gli applausi che hanno seguito l'intervento della rete di soccorso popolare e i primi risultati dell'inchiesta, hanno smascherato da soli la velleità di certi rappresentanti dei comitati, di ergersi a legittimi rappresentanti di tutta la popolazione sfollata in mobilitazione, chiarendo, una volta per tutte, che sono gli stessi terremotati aquilani ed abruzzesi a pretendere di rendersi visibili con manifestazioni durante il G8.
Non ci è interessato e non ci interessa entrare nel merito delle polemiche messe in campo dalla stampa locale su quella che tutte le strutture di comando e controllo, dai mass media, alle istituzioni, alla protezione civile, fin'anche agli stessi rappresentati dei comitati, chiamano "infiltrazione no-global". Quella che loro chiamano "infiltrazione no-global", noi continuiamo a chiamarla contaminazione dei movimenti e solidarietà, agire comune per il bene comune e non per il bene di 8 potenti.
Sappiamo chi sono i nostri amici e i nostri nemici, non è la prima volta che conosciamo l'ingiustizia e sappiamo che la disinformazione di certi pennivendoli assoldati dai potenti serve solo a generare un clima di paura, preoccupazione e sospetto, per dividere i movimenti e paralizzarli.
Il futuro è nelle nostre mani, uniti e solidali siamo una potenza e facciamo paura
Divisi e chiusi siamo spacciati
Ed è quello che, anche tecnicamente, militarmente e attraverso una campagna di terrore mediatico, si propone di fare questo G8, quando Bertolaso dice: "questo G8 peserà molto alla popolazione aquilana, ci saranno gravi limiti per almeno 48 ore alla mobilità degli sfollati, ma mi auguro nessuno osi protestare". In fondo 48 ore di carcere duro, per chi ha commesso il reato di essere terremotato, cosa sono?
Qui non vediamo l'ora che finisca questa tortura del G8 e che se ne vadano tutti affanculo, Berlusconi, Bertolaso, forze del disordine e altri invasori.
Rete di soccorso popolare
Gli applausi che hanno seguito l'intervento della rete di soccorso popolare e i primi risultati dell'inchiesta, hanno smascherato da soli la velleità di certi rappresentanti dei comitati, di ergersi a legittimi rappresentanti di tutta la popolazione sfollata in mobilitazione, chiarendo, una volta per tutte, che sono gli stessi terremotati aquilani ed abruzzesi a pretendere di rendersi visibili con manifestazioni durante il G8.
Non ci è interessato e non ci interessa entrare nel merito delle polemiche messe in campo dalla stampa locale su quella che tutte le strutture di comando e controllo, dai mass media, alle istituzioni, alla protezione civile, fin'anche agli stessi rappresentati dei comitati, chiamano "infiltrazione no-global". Quella che loro chiamano "infiltrazione no-global", noi continuiamo a chiamarla contaminazione dei movimenti e solidarietà, agire comune per il bene comune e non per il bene di 8 potenti.
Sappiamo chi sono i nostri amici e i nostri nemici, non è la prima volta che conosciamo l'ingiustizia e sappiamo che la disinformazione di certi pennivendoli assoldati dai potenti serve solo a generare un clima di paura, preoccupazione e sospetto, per dividere i movimenti e paralizzarli.
Il futuro è nelle nostre mani, uniti e solidali siamo una potenza e facciamo paura
Divisi e chiusi siamo spacciati
Ed è quello che, anche tecnicamente, militarmente e attraverso una campagna di terrore mediatico, si propone di fare questo G8, quando Bertolaso dice: "questo G8 peserà molto alla popolazione aquilana, ci saranno gravi limiti per almeno 48 ore alla mobilità degli sfollati, ma mi auguro nessuno osi protestare". In fondo 48 ore di carcere duro, per chi ha commesso il reato di essere terremotato, cosa sono?
Qui non vediamo l'ora che finisca questa tortura del G8 e che se ne vadano tutti affanculo, Berlusconi, Bertolaso, forze del disordine e altri invasori.
Ci espropriano, ci sfrattano, ci danno polizia è questa la loro democrazia!
Rete di soccorso popolare
Nessun commento:
Posta un commento